Caso Buscemi: dopo 4 anni il tribunale di Pisa archivia la querela dell’ex assessore contro la Casa della donna

"È stato esercitato il diritto alla critica politica”, questa la motivazione della sentenza. Grande soddisfazione della Casa della donna che ringrazia la città per aver sostenuto una battaglia di civiltà e democrazia

Pisa, 1 dicembre 2023. Il Tribunale di Pisa ha archiviato definitivamente la querela per diffamazione che nell’agosto 2019 Andrea Buscemi presentò contro Carla Pochini, già presidente della Casa della donna, ed Elisabetta Vanni, promotrice della petizione che, firmata da oltre 45mila persone, nell'estate del 2018 chiedeva le dimissioni dell’allora assessore alla cultura, perché indagato e rinviato a giudizio per stalking verso la ex compagna e condannato dalla Corte di Appello di Firenze nel 2017 al risarcimento dei danni. Carla Pochini ed Elisabetta Vanni sono state difese dall’avvocato Ezio Menzione, a cui vanno i ringraziamenti della Casa della donna.

“Come molte persone ricorderanno, tra il 2018 e il 2019 - dichiara Ketty De Pasquale, neo presidente della Casa della donna - insieme a tante cittadine e cittadini di Pisa abbiamo chiesto, con una grande mobilitazione online e di piazza, le dimissioni di Andrea Buscemi dalla carica di assessore alla cultura perchè era inaccettabile che un uomo accusato di stalking e poi condannato al risarcimento dei danni ricoprisse una carica pubblica così importante. Per tutta risposta Buscemi ci rivolse per mezzo stampa e poi per via giudiziaria accuse senza senso identificando nell’allora presidente della Casa della donna Carla Pochini e nella cittadina Elisabetta Vanni le sue ‘persecutore’. Oggi finalmente il provvedimento del Tribunale di Pisa - sottolinea la presidente della Casa della donna - chiude la questione e ci dà ragione, anzi doppiamente ragione. Non solo il tribunale ha definitivamente rigettato la querela di Buscemi, dopo una prima archiviazione contro la quale Buscemi aveva presentato opposizione, ma la motivazione di quest’ultima ordinanza non potrebbe essere più chiara: ‘è stato esercitato il diritto di critica politica’, scrive la giudice Eugenia Mirani”. 

Secondo il Tribunale di Pisa, la petizione e la grande mobilitazione promosse dalla Casa della donna furono quindi assolutamente legittime e mai si è configurato il reato di diffamazioneper aver diffuso, in tempi e modi diversi, servendosi della rete internet, scritti lesivi della sua reputazione”, come invece è scritto nella querela presentata da Andrea Buscemi. La giudice Eugenia Mirani spiega la sentenza con una articolata e circostanziata motivazione che ricostruisce l’intera vicenda: la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'imputato Buscemi verso la sentenza del giudice di appello che aveva riformato la sentenza del giudice di primo grado e riconosciuto, sia pur come prescritto per decorrenza dei termini, il reato di stalking. 

La giudice Mirani continua sottolineando come “la vicenda giudiziaria del Buscemi non rimase digiuna di attenzione mediatica; forti e pungenti furono infatti le critiche che invasero l'opinione pubblica, essendo la predetta persona conosciuta sul territorio pisano per la carriera teatrale e televisiva, oltre ad aver egli ricoperto la carica di Assessore in seno alla Giunta pisana, a decorrere dalle elezioni amministrative del 2018. Si individua nel conferimento della funzione pubblica in parola il detonatore dell'escalation di critiche mosse da più parti alla persona del Buscemi ed alla ‘scelta azzardata’ del neoeletto Sindaco di aver fatto sedere tra i banchi dell'esecutivo cittadino una persona imputata per un fatto tutt'altro che bagatellare”.

Infine la giudice argomenta l’archiviazione con la liceità della manifestazione del pensiero critico, anche “ove lesiva della reputazione altrui, allorquando soddisfi requisiti di ‘pertinenza’, ovverosia quando la vicenda oggetto della narrazione possa ritenersi meritevole di diffusione e conoscenza da parte dell'opinione pubblica; di ‘continenza’, profilo questo che attiene alla qualità espressiva del narrato, vale a dire, avulso da espressioni gratuitamente ed ingiustificatamente offensive; ‘veridicità’, per l'obiettività dei fatti che compongono l'oggetto della narrazione”. E conclude “se dunque il diritto di critica, così come interpretato dalla giurisprudenza di legittimità, permetterebbe alla persona di esternare il proprio apprezzamento con espressioni anche pungenti delle qualità del criticato, ancor più permissiva, per la veridicità del narrato, che può tradursi in valutazioni e commenti tipicamente di parte ovvero non oggettivi, è la ‘critica politica’, quale sottocategoria del diritto di critica e strumento di dialogo nella vita democratica del Paese”.

Parole più chiare e definitive di quelle espresse dalla giudice Mirani non potrebbero esserci”, sottolinea Carla Pochini, che era presidente della Casa della donna al tempo delle contestazioni e contro la quale Buscemi ha rivolto la querela per diffamazione. “Grazie alla giudice ma soprattutto grazie alle migliaia di cittadine e cittadine che hanno sostenuto quella battaglia di civiltà e democrazia. Per la prima volta nel nostro Paese un’intera cittadinanza si è sollevata perché veniva affidato un importante incarico pubblico ad un uomo rinviato a giudizio per stalking e prosciolto per prescrizione. Alla fine quell’incarico il Sindaco lo ha dovuto revocare e le cittadine e i cittadini di Pisa hanno scritto una pagina importante nella storia della violenza contro le donne e della nostra città”.  

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