Maria Fischmann si iscrive al 6° anno di medicina a Pisa nel 1892, dopo aver frequentato le università svizzere di Ginevra e di Berna, e si laurea con una tesi in ostetricia nel novembre 1893. È la prima donna laureata in questa facoltà e la terza laureata in assoluto nell’ università pisana. Viene dalla comunità ebraica di Odessa, ma mette radici a Pisa sposando l’igienista Alfonso Di Vestea, già collaboratore di Pasteur nella ricerca antirabbica e impegnato per tutta la vita a risolvere i problemi della sanità pubblica: a Pisa in particolare dobbiamo alla sua attività il nuovo acquedotto di Filettole, la creazione dell’Istituto d’igiene di via San Zeno, la realizzazione del sanatorio di Cisanello e del dispensario profilattico antitubercolare di Piazza Manin.Maria Di Vestea, oltre a collaborare intensamente col marito, svolge un autonomo ruolo pubblico nel campo dell’emancipazione femminile. Per venti anni, dal 1909 al 1929, è presidente della sezione pisana dell’Associazione per la Donna, impegnata a battersi per il voto, per l’assistenza a madri e bambini, per l’istruzione femminile. Dirige inoltre gli asili Frassi e Calandrini difendendone la laicità, organizza la Colonia scolastica attendata di Marina di Pisa e l’Assistenza materna presso la Clinica pediatrica, che anticipano attività promosse in seguito dall’ONMI. Sulla stampa locale interviene più volte autorevolmente contro gli stereotipi misogini del tempo, anche quando a sostenerli sono polemisti illustri come Concetto Marchesi. E su riviste specializzate e in pubbliche conferenze si impegna nella lotta contro le infezioni sessuali e la prostituzione di stato in nome della sua competenza di medico e a favore dell’educazione sessuale precoce e dell’educazione paritaria e comune di maschi e femmine. Nata a Odessa nel 1868, Maria Di Vestea muore a Pisa nel 1931. Sulla sua lapide, nel cimitero ebraico di Porta Nuova, spicca ancora una volta il titolo di “dottoressa in medicina” e sono evocate, a benedirne la memoria, le “compagne d’ideali”.