Per mesi, a partire dallo scorso autunno, ogni giovedì, abbiamo lasciato solo ai cartelli che tenevamo appesi al collo (in presidio nel centro di Pisa), l’espressione del nostro dolore per la terribile aggressione contro il popolo palestinese, seguita all’attacco di Hamas a Israele e che continua tuttora. Non dimenticavamo e non dimentichiamo l’Ucraina, lo sterminio in atto in Sudan e le altre guerre che insanguinano il pianeta.
In silenzio abbiamo chiesto e chiediamo al nostro governo e a tutti i decisori politici di non essere silenziosi e complici dell’orrore con l’invio di armi, ma di usare la diplomazia e collaborare con le istituzioni internazionali per il superamento della guerra come risoluzione dei conflitti tra i popoli, in accordo col dettato costituzionale dell’articolo11.
Vogliamo adesso alzare la voce per esprimere il nostro dolore e indignazione per il silenzio del governo nazionale, regionale e del Sindaco della città di Pisa sull’avanzamento dei progetti per la base militare a Pisa. Quella base per la quale erano stati stanziati 190 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione, soldi sottratti alla spesa sociale a favore della spesa militare.
Come femministe e come persone che in questi mesi si sono costantemente attivate, mettiamo al centro delle nostre rivendicazioni il concetto della “cura”. Vogliamo anche in questa occasione ribadire la nostra più totale contrarietà alla realizzazione della base militare di così enormi dimensioni, in un’area di grande valore ambientale alle porte della città, come il Parco di San Rossore – Massaciuccoli e senza informare la cittadinanza.
La dimensione assunte dal progetto con gli ultimi provvedimenti e con l’approvazione di tutti i livelli istituzionali, ha raggiunto una portata tale da arrivare a un costo di 520 milioni di euro. Soldi sottratti alle necessità di salute, istruzione, lavoro delle cittadine e dei cittadini. Tutti interventi in grado di migliorare sensibilmente la qualità della vita delle persone.
Siamo convinte che l’uguaglianza di genere non può prosperare in un mondo pieno di guerre, violenze ed oppressioni, strumenti utili al perpetrarsi di una cultura patriarcale. La spesa militare di una nazione genera maggiore spesa militare delle altre nazioni, in una escalation che inevitabilmente conduce ad altre guerre.
Chiediamo con forza che il Parlamento, chiamato a convertire in legge il decreto del Governo, abbia la saggezza di dire no.
Saremo accanto al Movimento No Base, alle associazioni ambientaliste e a tutta la cittadinanza che non vuole aggiungere un altro pezzo di guerra nella città di Pisa.
Casa della donna - Gruppo In silenzio per la pace - Pisa